Ricordo a tutti che questo è un blog di opinioni LIBERE e come tale TUTTI possono esprimere le loro considerazioni attraverso i commenti o direttamente, inviando la vostra opinione tramite mail(vedi a destra)come ha fatto Marta la quale è premiata oggi con questo post come miglior articolo ricevuto:
Il migliore della settimana:
"La Mia Democrazia"
Marta
"La Democrazia è un'utopia in Italia...a mio avviso l'abbiamo raggiunta nel modo sbagliato!!Immediatamente dopo la seconda guerra mondiale,con la presa di potere del comunismo e la "cacciata del fascismo" per paura di una nuova dittatura ci è stata "schiaffata in mano la democrazia"...DEMOCRAZIA...bella parola...potere del popolo...ma che popolo era l'Italia a quei tempi???Beh era un "popolino"...usciva sconfitta da una guerra devastante,la maggior parte della gente non sapeva nè leggere nè scrivere,era stata fino a quel momento sotto una dittatura...cosa accade ad un popolo abituato ad essere comandato quando gli si da la liberta'??basta guardarsi attorno dopo 5O anni...L'italia aveva bisogno di tempo per CONQUISTARLA quella democrazia tanto agognata!!
...Nel campo dell'etica pubblica e del funzionamento della democrazia, lo sguardo è attratto attualmente, più che dall'innegabile successo delle liberaldemocrazie nei confronti dei totalitarismi succedutisi nel XX secolo, dalle pulsioni di insofferenza, di disagio, di protesta che affiorano. Si tratta di condizioni che il cittadino avverte quasi con naturalezza, poiché le incontra quotidianamente nella esistenza sociale.
Alla politica si chiedono poche e limitate cose: uno Stato leggero, un'amministrazione onesta ed efficiente, una fiscalità moderata, ecc. Aspirazioni non irragionevoli, che nel contempo testimoniano di un notevole declino dell'elemento proiettivo e dinamico della vita civile.
Esistono una serie di critiche e di insoddisfazioni elevate verso la democrazia liberale in nome dello stesso ideale liberal-democratico, dal quale le società reali si sono allontanate più o meno seriamente, per cui esse non risultano in pari con le loro promesse. Viene avvertito uno scarto tra ideale e vita sociopolitica reale, ed esistono promesse non mantenute della liberaldemocrazia.
Secondo Norberto Bobbio è possibile raccogliere in sei punti le loro promesse non mantenute. Facendo riferimento alla classificazione di questo autore, è opportuno premettere, come si vedrà meglio poi, che non tutti i singoli punti risultano di uguale persuasività. Ma ecco la sua elaborazione:
1) Le democrazie, nate da una concezione individualistica che nelle sue varianti radicali immaginava società e Stato senza corpi intermedi, vedono oggi l'esteso intervento di grandi gruppi e associazioni;
2) si manifesta una rivincita degli interessi con conseguente passaggio dalla rappresentanza politica, priva di mandato imperativo, alla rappresentanza degli interessi, in cui il rappresentante opera come delegato o procuratore del delegante, e perciò con un mandato sostanzialmente imperativo. I deputati dei Parlamenti attuali in teoria rappresentano l'intero popolo e sono privi di vincoli di mandato; in pratica spesso rappresentano singoli gruppi, associazioni, lobbies e i loro interessi; e sono vincolati alla disciplina di partito e non di rado alle direttive personali del segretario politico;
3) la persistenza di poteri oligarchici con la scarsa presenza di élites realmente alternative e in concorrenza per ottenere il voto popolare;
4) i limitati spazi sociali in cui vige la regola del voto: ne sono infatti esenti l'impresa economica e il potere burocratico-amministrativo;
5) la persistenza dei poteri invisibili, degli arcana imperii, contro l'ideale democratico della trasparenza del potere;
6) la mancata educazione alla cittadinanza dei cittadini, per cui sono cresciuti i fenomeni di apatia politica e il numero di coloro che vota non in base ad un'opinione politica, ma a corposi interessi particolari...
La mia domanda è una...L'italiano oggi si sente di appartenere ad un popolo?Si sente parte integrante di quel popolo oppure ne prende le distanze ma senza in realta' fare nulla per prendersi cio' che gli spetta??E non lo fa per ignoranza o disinformazione o semplicemente per quel lavarsene le mani,alla Ponzio Pilato che caratterizza l'italiano medio??!!
Il cittadino, il singolo individuo deve riappropriarsi della propria capacità di scelta, di costruzione del proprio futuro e senza mai cadere nell'errore del considerare le proprio azioni come una goccia nel mare. E' vero che un cittadino italiano, rappresenta un solo voto su una media di quaranta milioni di votanti e per tanto il suo apporto può esser considerato ininfluente, ma la visione giusta, è l'esatto contrario, perché l'insieme dei quaranta milioni di voti singolarmente ininfluenti, costituiscono con la loro forza d'aggregazione la base della democrazia.
Pertanto, riappropriamoci dei nostri diritti, esercitiamo nella vita quotidiana scelte "politiche", laddove si intende, non il far valere il proprio pensiero politico, ma l'affermare i nostri diritti, l'opporsi alle ingiustizie, il combattere per i nostri ideali, il cercare le verità andando oltre le verità spacciate per tali.
Il popolo italiano, così come sancito nella costituzione italiana, come unico sovrano a cui i politici da noi eletti devono dare risposte e soluzioni ai problemi reali della nazione.Né centro, né destra, né sinistra, né anarchia, semplicemente persone di qualsiasi orientamento, capaci, oneste, serie, volenterose...un ritorno all'orgoglio d'esser italiani...chissa' se è piu' utopica questo mio desiderio o la nostra "democrazia"..."
...Nel campo dell'etica pubblica e del funzionamento della democrazia, lo sguardo è attratto attualmente, più che dall'innegabile successo delle liberaldemocrazie nei confronti dei totalitarismi succedutisi nel XX secolo, dalle pulsioni di insofferenza, di disagio, di protesta che affiorano. Si tratta di condizioni che il cittadino avverte quasi con naturalezza, poiché le incontra quotidianamente nella esistenza sociale.
Alla politica si chiedono poche e limitate cose: uno Stato leggero, un'amministrazione onesta ed efficiente, una fiscalità moderata, ecc. Aspirazioni non irragionevoli, che nel contempo testimoniano di un notevole declino dell'elemento proiettivo e dinamico della vita civile.
Esistono una serie di critiche e di insoddisfazioni elevate verso la democrazia liberale in nome dello stesso ideale liberal-democratico, dal quale le società reali si sono allontanate più o meno seriamente, per cui esse non risultano in pari con le loro promesse. Viene avvertito uno scarto tra ideale e vita sociopolitica reale, ed esistono promesse non mantenute della liberaldemocrazia.
Secondo Norberto Bobbio è possibile raccogliere in sei punti le loro promesse non mantenute. Facendo riferimento alla classificazione di questo autore, è opportuno premettere, come si vedrà meglio poi, che non tutti i singoli punti risultano di uguale persuasività. Ma ecco la sua elaborazione:
1) Le democrazie, nate da una concezione individualistica che nelle sue varianti radicali immaginava società e Stato senza corpi intermedi, vedono oggi l'esteso intervento di grandi gruppi e associazioni;
2) si manifesta una rivincita degli interessi con conseguente passaggio dalla rappresentanza politica, priva di mandato imperativo, alla rappresentanza degli interessi, in cui il rappresentante opera come delegato o procuratore del delegante, e perciò con un mandato sostanzialmente imperativo. I deputati dei Parlamenti attuali in teoria rappresentano l'intero popolo e sono privi di vincoli di mandato; in pratica spesso rappresentano singoli gruppi, associazioni, lobbies e i loro interessi; e sono vincolati alla disciplina di partito e non di rado alle direttive personali del segretario politico;
3) la persistenza di poteri oligarchici con la scarsa presenza di élites realmente alternative e in concorrenza per ottenere il voto popolare;
4) i limitati spazi sociali in cui vige la regola del voto: ne sono infatti esenti l'impresa economica e il potere burocratico-amministrativo;
5) la persistenza dei poteri invisibili, degli arcana imperii, contro l'ideale democratico della trasparenza del potere;
6) la mancata educazione alla cittadinanza dei cittadini, per cui sono cresciuti i fenomeni di apatia politica e il numero di coloro che vota non in base ad un'opinione politica, ma a corposi interessi particolari...
La mia domanda è una...L'italiano oggi si sente di appartenere ad un popolo?Si sente parte integrante di quel popolo oppure ne prende le distanze ma senza in realta' fare nulla per prendersi cio' che gli spetta??E non lo fa per ignoranza o disinformazione o semplicemente per quel lavarsene le mani,alla Ponzio Pilato che caratterizza l'italiano medio??!!
Il cittadino, il singolo individuo deve riappropriarsi della propria capacità di scelta, di costruzione del proprio futuro e senza mai cadere nell'errore del considerare le proprio azioni come una goccia nel mare. E' vero che un cittadino italiano, rappresenta un solo voto su una media di quaranta milioni di votanti e per tanto il suo apporto può esser considerato ininfluente, ma la visione giusta, è l'esatto contrario, perché l'insieme dei quaranta milioni di voti singolarmente ininfluenti, costituiscono con la loro forza d'aggregazione la base della democrazia.
Pertanto, riappropriamoci dei nostri diritti, esercitiamo nella vita quotidiana scelte "politiche", laddove si intende, non il far valere il proprio pensiero politico, ma l'affermare i nostri diritti, l'opporsi alle ingiustizie, il combattere per i nostri ideali, il cercare le verità andando oltre le verità spacciate per tali.
Il popolo italiano, così come sancito nella costituzione italiana, come unico sovrano a cui i politici da noi eletti devono dare risposte e soluzioni ai problemi reali della nazione.Né centro, né destra, né sinistra, né anarchia, semplicemente persone di qualsiasi orientamento, capaci, oneste, serie, volenterose...un ritorno all'orgoglio d'esser italiani...chissa' se è piu' utopica questo mio desiderio o la nostra "democrazia"..."
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